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Una versione alternativa di reclutamento: lo spionaggio animale

  • 5 lug 2019
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 28 ago 2021

Fonte: Joergen Ree Wiig

Introduzione

Durante i conflitti scatenati dagli umani, gli animali sono stati usati per innumerevoli progetti militari e per scopi strategici impensabili dato il loro consueto ruolo di compagnia, per il rilevamento, la ricognizione, il salvataggio, come messaggeri e come cavie di guerra nei laboratori. Considerati dagli esseri umani per le loro formidabili qualità sensoriali e per la straordinaria capacità di adattamento, sono stati costretti a diventare macchine da guerra o protagonisti involontari di attività segrete. Ciò li ha resi spesso bersaglio di eserciti che cercavano di privare gli avversari di preziose risorse. Nell’era dei big data e dell’intelligenza artificiale, in cui l’ubiquità dell’informazione consente una enorme quantità di metodi di sorveglianza digitale è sorprendente che si ricorra ancora all’impiego di animali per valutare e prevedere il comportamento umano. Eppure l’utilizzo dei non umani risulta tuttora un valido stratagemma per monitorare le mosse dell’avversario e ha un discreto effetto sorpresa per spiazzarlo.


1. Intrusione strategica in contesti competitivi

Lo scorso Aprile i pescatori del villaggio di Ingøya, una sperduta isola al largo delle coste settentrionali della Norvegia, hanno trovato una balena beluga. A far destare dei sospetti e a dar inizio alle indagini da parte dei ricercatori dell’Istituto di Ricerca marina norvegese è stato il comportamento singolare del cetaceo. Oltre ad infastidire i pescatori e il pescato, aveva una vistosa imbracatura legata intorno al corpo contrassegnata dalla dicitura inglese: ‘Equipment Saint Petersburg’ con un supporto che poteva adattarsi a una videocamera GoPro. Martin Biuw, il capo dell’unità dell’Istituto di ricerca ha detto al canale norvegese NRK: “Se questa balena viene dalla Russia, ed esistono ottime ragioni per crederlo, non sono gli scienziati russi ad aver compiuto ciò bensì la marina militare”. Secondo il quotidiano ‘The Guardian’ il Ministro della Difesa russo ha negato di avere un programma che usa i mammiferi marini. Eppure la tesi secondo cui il beluga provenisse dalla vicina base militare russa di Murmansk è avvalorata dal fatto che nel 2017 l'Istituto di ricerca sulla biologia marina in loco ha addestrato balene beluga, delfini e foche per scopi militari. Del resto, la Marina militare russa è famosa per addestrare i beluga a condurre operazioni militari come difendere le basi navali, trovare attrezzature perse, aiutare i sommozzatori. Inoltre, l’habitat naturale dei beluga è l’Artico che per la Russia è diventato un focolaio di irradiazione del potere economico e un presidio militare.


2. Il rapporto tra servizi segreti e regno animale: passato e presente

La militarizzazione degli animali è stata parte integrante delle guerre e dei tentativi di vincerle. Nel libro ‘Bestie della guerra: la militarizzazione degli animali’, Jared Eglan espone le incredibili intuizioni dei militari per l’impiego degli animali in combattimento. L'addestramento degli animali per ottenere informazioni di intelligence militare risale all’antichità e si è protratto nell’era moderna, con i non umani al centro di innumerevoli progetti militari e persino usati come oggetti di scena per completare dei travestimenti. L’esercito mongolo impiegò i cavalli tanto da permettere a Gengis Khan e ai suoi generali di disporre di un impero vastissimo nonostante l’inferiorità numerica delle truppe. La Dinastia Cinese Song Meridionale utilizzò le scimmie come dispositivi incendiari nella contesa tra i ribelli e l’esercito imperiale cinese (XII secolo d.C.). Nel 1908 un ingegnere tedesco collegò una macchina fotografica ad un piccione per scattare fotografie aeree incentivando l'intelligence militare tedesca ad adottare l’esperimento per le proprie attività. I leoni marini furono tra i primi animali ad essere considerati come potenziali spie. Durante la prima guerra mondiale la Royal Navy cercò di addestrarli a spiare i sottomarini tedeschi. Nello stesso periodo canarini e topi vennero mandati nei tunnel scavati dietro le linee nemiche per rilevare gas velenoso; i cani invece furono impiegati per identificare le pattuglie nemiche e scovare mine. Durante la Seconda guerra mondiale, la spia belga Josef Raskin si servì dei piccioni viaggiatori per inviare rapporti di intelligence verso l’Inghilterra.

La CIA, in particolare, ha avuto rapporti contrastanti con il mondo animale. Il professore di psicologia di Harvard, B. F. Skinner, famoso esperto di teoria comportamentale, lavorò su un progetto militare segreto. La marina militare statunitense era alla ricerca di un efficace sistema di guida missilistica per contrastare le formidabili prestazioni delle navi da guerra tedesche ‘Bismarck’. Skinner pensò di risolvere il problema della complessità del supporto di guida elettronico addestrando i piccioni a trasportare i missili. Nonostante la buona condotta dei piccioni il progetto naufragò dopo i primi test perché gli animali, per quanto istruiti, non garantivano l’affidabilità e la precisione degli efficienti sistemi a guida elettronica.

Gli animali furono anche oggetto di ricerche stravaganti condotte da studiosi per trasformarli in armi di distruzione. Verso la fine della seconda guerra mondiale il progetto ‘X-Ray’ ideato dal dentista Lytle S. Adams prevedeva di rilasciare 1 milione di pipistrelli dotati di temporizzatori incorporati per lanciare piccoli esplosivi sul Giappone. Adams concluse che le infrastrutture giapponesi erano altamente suscettibili ai dispositivi incendiari poiché gli edifici erano fatti di carta, bambù e altri materiali infiammabili. Riuscì a convincere i massimi vertici militari e il presidente Roosevelt a finanziare l’ambizioso piano ma la difficoltà di automatizzazione del processo di armamento dei pipistrelli e la presenza della bomba atomica ne decretarono la fine. Nella guerra del Vietnam (1955-1975) i cani servirono per stanare i nascondigli di armi vietcong e le trappole esplosive. La marina statunitense addestrò i delfini a proteggere la flotta di stanza a Cam Ranh Bay contro i sabotatori, seppure il loro ruolo effettivo non sia mai stato specificato.


3. La Guerra Fredda combattuta con gli animali: esperimenti e programmi

In piena Guerra Fredda la linea di separazione tra verità e finzione si è assottigliata data la posta in gioco. Sia che si trattasse di CIA o di KGB, i servizi segreti sperimentarono l’utilizzo di qualsiasi animale a disposizione al quale poter imporre comportamenti ripetitivi, dai corvi ai piccioni dai gatti ai delfini. Si stima che gli Stati Uniti spesero la cifra di 15 milioni di dollari per l’esperimento denominato ’Acoustic Kitty’, un progetto volto a trasformare un gatto domestico in una versione bionica e intercettante dotandolo di un sistema di ascolto remoto: un trasmettitore radio incorporato alla base del cranio. Ma gli esiti disastrosi del programma (il gatto non si prestava con naturalezza alle richieste umane) furono liquidati come mancanza di praticità dei felini. Altri programmi di addestramento degli animali hanno invece ottenuto risultati efficaci: negli anni 60’ la Marina militare statunitense avviò il ‘Marine Mammal Program’ con una flotta di delfini e di leoni marini il cui strepitoso udito serviva a rintracciare le mine sottomarine. L'esercito russo addestrò dei beluga per fiutare mine o vecchi siluri. Un rapporto della CIA del 1976 ha indicato l'Unione Sovietica come responsabile di aver costruito diverse strutture per istruire i delfini sull’esempio degli Stati Uniti. Negli anni 70’ l’MI5 (acronimo di Directorate of Military Intelligence, section 5), il servizio di intelligence britannico, addestrò i gerbilli (roditori) per identificare gli infiltrati misurando, attraverso l’olfatto, il livello di adrenalina in aumento nel corpo. Ma il valore riscontrato era lo stesso prodotto dai terroristi e da passeggeri con la fobia del volo pertanto il progetto venne abbandonato.


4. I giorni nostri

I delfini sono stati utilizzati durante la guerra in Iraq per eseguire operazioni di rilevamento e rimozione delle mine nel Golfo Persico in modo da agevolare il trasporto sicuro degli aiuti umanitari. La relativa facilità di schieramento dei cetacei, tramite aerei cargo C-130 entro 72 ore circa, e la loro versatilità li rende adattabili a diversi ambienti e temperature, dalle Hawaii all’Alaska. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, l’Ucraina ottenne il controllo dell’impianto di addestramento dei delfini a Sebastopoli, sebbene nel 2000 un’inchiesta della BBC stabilì che molti furono venduti all'Iran. Il Paese ha riattivato il programma di addestramento, ma la marina russa ha requisito la struttura nel 2014 dopo l’annessione della Crimea. Il programma prevedeva svariate applicazioni: dall'analisi del fondo marino alla protezione di una distesa d'acqua, dall'uccisione di sommozzatori stranieri, all'attaccamento di mine agli scafi delle navi straniere.

In tempi recenti le teorie cospiratorie si sono moltiplicate soprattutto in coincidenza dell’avvento del nucleare. Hanno coinvolto scoiattoli spia, lucertole e camaleonti inviati per spiare i movimenti intorno alle strutture nucleari. I casi più eclatanti hanno fatto riemergere teorie complottiste legate al Sionismo secondo cui Israele farebbe uso di animali per condurre operazioni di spionaggio o attaccare bersagli mirati. Un esempio sono state le denunce fatte dalle autorità egiziane per delle cicogne con sospetti dispositivi di localizzazione o per gli assalti di squali o ancora le accuse di Hezbollah ad Israele di utilizzare le aquile come spie.


Conclusione

La relazione tra il mondo militare e quello animale è tuttora ambigua e circondata da segreti inconfessabili. La ricerca applicata ai sistemi militari è quella più allarmante perché, con l’alibi di migliorare la vita degli esseri umani, pretende di imporre comandi al cervello di un animale.

Qualunque fosse la natura della missione del beluga il dato che emerge è che le misure di sorveglianza si moltiplicano anche se lo spionaggio rimane legato a metodi convenzionali. Lo testimonia la sentenza del tribunale di Mosca che ha condannato il norvegese Frode Berg a quattordici anni in un carcere di massima sicurezza per aver spiato i sottomarini russi.


Bibliografia:

EGLAN, J., Beasts of War: the militarization of animals, Lulu.com.

MOORE, J & NERO, P., Pigeon-Guided Missiles and 49 Other Ideas That Never Took Off pubblicato da The History Press il 26 September. It is available on Amazon, ISBN: 978-0752459905

NOCELLA, A. J II, Animals and War: confronting the military-animals industrial complex, https://www.goodreads.com/book/show/19147287-animals-and-war

Per il Marine Mammal Programme si veda: http://www. stephanieharvey.com/

Per il progetto Acoustic Kitty si veda: https://www.warhistoryonline.com/instant-articles/project-acoustic-kitty-spy.html

Per il programma russo di addestramento dei delfini si veda: https://www.cia.gov/library/readingroom/docs/DOC_0000969804.pdf

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