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La marina indonesiana in bilico tra Cina e occidente

Aggiornamento: 4 apr 2023

Fig.1: Emblema della marina militare indonesiana (foto: Wikipedia)

1. Introduzione


Dal punto di vista geografico l'Indonesia si trova in una posizione particolarmente strategica: localizzata tra due continenti (Asia e Oceania) e due oceani (l'Oceano Pacifico e l'Oceano Indiano), assume il ruolo di una linea marittima di comunicazione (SLOC) e una linea marittima di commercio (SLOT) per gran parte dei traffici commerciali internazionali.


Nel territorio indonesiano inoltre sono localizzati diversi choke-points come lo stretto di Malacca, lo stretto di Singapore, lo stretto della Sonda, lo stretto di Lombok, lo stretto di Makassar e lo stretto di Ombai-Wetar. Tuttavia, questa posizione, oltre a offrire vantaggi è anche in grado di minacciare la sovranità indonesiana, attraverso violazioni territoriali, furto di risorse marine, contrabbando e azioni di pirateria messi in atto sia da attori statali che da attori non statali.


In termini di superficie, l'Indonesia è il più grande Paese arcipelagico del mondo e conta 17.504 isole, di cui 16.056 isole hanno ricevuto il riconoscimento delle Nazioni Unite. Inoltre, è il settimo Stato più grande del mondo dopo Russia, Canada, Stati Uniti, Cina, Brasile e Australia. Rispetto ai Paesi asiatici, l'Indonesia è al secondo posto per dimensioni e nel sud-est asiatico risulta essere il Paese più grande.


L'Indonesia possiede confini marittimi e terrestri con diverse nazioni; in termini di confini navali, quelli nella regione occidentale sono con Malesia, Singapore, Tailandia, Vietnam, Filippine e India. Per quanto riguarda invece la regione orientale sono con Timor Leste, Palau, Papua Nuova Guinea e Australia.

Fig.2: Carta fisica dell’Indonesia (foto: Central Intelligence Agency).

Prima della Dichiarazione di Djuanda il territorio dell'Indonesia faceva ancora riferimento all'ordinanza sulle Indie orientali olandesi del 1939, vale a dire il Teritoriale Zeeen en Maritieme Kringen Ordonantie . In questo regolamento, le isole dell'arcipelago sono separate dal mare circostante e ogni isola ha solo un confine marino di 3 miglia dalla costa. Questo significava che le navi straniere potevano navigare senza ostacoli nel mare che separa le isole dell'arcipelago. La Dichiarazione di Djuanda divenne quindi l’elemento precursore dell’affermazione dell'Indonesia come Paese arcipelagico. In tale documento, l'Indonesia aderendo al principio di Stato arcipelagico afferma che anche i mari tra le isole fanno parte del proprio territorio e non siano dunque aree accessibili a Stati stranieri. Il riconoscimento internazionale è avvenuto solo attraverso la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare del 1982 che ha stabilito come il mare sia parte integrante del territorio indonesiano che non può essere separato da esso ma può essere distinto in base al regime giuridico che lo governa. Questo in modo che anche altri Paesi abbiano il diritto di utilizzare il mare come disciplinato nell’UNCLOS.


L'Indonesian Archipelagic Sea Lane (IASL) è una rotta marittima percorsa dalle navi di Stati che effettuano un passaggio pacifico. Si tratta di una via che collega l’Oceano Indiano con il Pacifico e che può essere utilizzata da navi o aeromobili stranieri per viaggi o voli disciplinati dal diritto marittimo internazionale.


Appare dunque evidente il ruolo strategico svolto dalle acque indonesiane all’interno di una regione la cui rilevanza è destinata a crescere insieme alla crescente domanda di energia e altre risorse naturali. In questo contesto le acque territoriali indonesiane, in particolare nello stretto di Malacca, sono considerate una rotta critica per il commercio mondiale insieme allo stretto di Hormuz, al canale di Suez e al canale di Panama. Il ruolo della marina militare appare quindi centrale nella tutela degli interessi nazionali e nella garanzia della libertà di navigazione attraverso gli stretti.

Fig.3: Le principali rotte commerciali (in viola) intorno all’arcipelago indonesiano (foto: Central Intelligence Agency).

2. Le origini della marina indonesiana


La Marina indonesiana è stata costituita il 22 agosto 1945, in seguito alla proclamazione di indipendenza indonesiana, e denominata Agenzia del Servizio Marittimo di Sicurezza Popolare (Badan Keamanan Rakyat-Laut o BKR). Inizialmente la sua flotta consisteva esclusivamente di navi di legno, alcuni mezzi da sbarco, e armi lasciate dal Giappone. In seguito all'istituzione delle forze armate indonesiane (ABRI) il 5 ottobre 1945, l’Agenzia assunse il nome di Angkatan Laut Republik Indonesia (ALRI) utilizzato fino al 1970, quando è stato nuovamente cambiato in Tentara Nasional Indonesia Angkatan Laut (TNI-AL).


Durante il periodo della guerra di indipendenza del 1945-1949, l'ALRI, con una dotazione minima di forze, fu in grado di condurre diverse spedizioni marittime in varie aree al di fuori di Giava finalizzate alla realizzazione di basi navali, costituzione di forze marittime e avvio di centri di addestramento navale. In seguito al riconoscimento della sovranità indonesiana da parte degli olandesi il 2 novembre 1949, l'ALRI ebbe l'opportunità di consolidare e modernizzare la propria flotta anche grazie alla consegna di navi ex Koninklijke Marine (KM), comprese corvette e cacciatorpediniere.


A partire dal 1959, la marina iniziò quindi un processo di acquisizione di un gran numero di mezzi dall'Unione Sovietica e dalle nazioni dell'Europa orientale. Tuttavia, all'indomani del fallito colpo di stato del 1965, la sua credibilità in seno alle forze armate e alla nazione stessa subì un duro colpo, sia a causa del sospetto coinvolgimento nel tentativo di colpo di stato (in particolare da parte del Corpo dei Marines) sia per le sue ridotte dimensioni rispetto all’esercito.


Nel 1970, a seguito della rottura delle relazioni diplomatiche con la Russia, l’Indonesia ottenne alcuni cacciatorpediniere da parte della marina americana finalizzate alla sostituzione delle navi russe. Da quel momento in avanti, la flotta indonesiana è stata oggetto di un intenso programma di aggiornamento finalizzato a sviluppare una flotta adatta alle operazioni navali nell’arcipelago. Nel periodo 1978-92 il governo indonesiano ha acquistato sottomarini dalla Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest), fregate leggere dai Paesi Bassi e dalla Gran Bretagna e mezzi d'attacco veloci dalla Repubblica di Corea (Corea del Sud). Nel 1992 è stata inoltre annunciata l'intenzione di acquisire trentanove navi usate di vario tipo dalla marina dell'ex Repubblica Democratica Tedesca (Germania dell'Est).


Internamente la marina indonesiana ha prodotto numerose piccole imbarcazioni costiere impiegando i cantieri navali nazionali così che, nel 1992 la flotta era composta da più di sessanta navi e numerosi mezzi di dimensioni minori. A partire dall'inizio degli anni '80 la situazione nazionale e globale hanno fornito, oltre che allo slancio necessario allo sviluppo di TNI-AL, anche l’impulso necessario alla proclamazione della Zona Economica Esclusiva indonesiana (Exclusive Economic Zone - EEZ). Per una forza navale piccola le nuove sfide imponevano uno sviluppo ulteriore mirato alla creazione di una marina professionale, efficace e moderna in grado di assolvere al suo ruolo primario come forza navale credibile.

In questo contesto è stato quindi avviato un nuovo programma di sviluppo e gestione delle forze navali basato su un sistema integrato costituito dai mezzi navali di superficie, dalla componente subacquea, dalla componente aeronavale, dal Corpo dei Marines e dalle basi navali dislocate sul territorio nazionale. Così, mentre gli anni '70 avevano visto un aumento numerico delle navi della flotta e gli anni '80 si erano caratterizzati per un grande sforzo atto a migliorare i sistemi d’arma attraverso l’acquisizione di missili antinave Harpoon e del siluro leggero MK-46, gli anni '90 dovevano essere in gran parte un periodo di consolidamento e formazione.


Ad oggi i compiti principali della marina indonesiana possono essere così riassunti:

  • svolgimento dei compiti delle forze armate nazionali indonesiane nel campo della difesa;

  • applicazione delle leggi e mantenimento della sicurezza nell'area marina di giurisdizione nazionale secondo le disposizioni del diritto nazionale e del diritto internazionale ratificato;

  • svolgimento dei compiti di diplomazia navale finalizzati a sostenere le linee di politica estera stabilite dal governo;

  • attuazione della difesa marittima.

3. La componente di superficie della marina indonesiana

Fig.4: Fregata classe Martadinata KRI I Gusti Ngurah Rai (foto: Wikipedia)

La componente di superficie della marina indonesiana è attualmente costituita da fregate, corvette, sottomarini, navi da attacco rapido, dragamine, navi da trasporto da sbarco, navi di supporto e navi scuola. I mezzi più recenti e di maggiori dimensioni attualmente in servizio sono rappresentati dalle fregate classe Martadinata e dalle corvette classe Diponegoro.


Le fregate classe Martadinata appartengono alla tipologia Sigma 10514 e sono costruite in collaborazione tra il cantiere olandese Damen Schelde Naval Shipbuilding e il cantiere nazionale indonesiano PT PAL Indonesia. Hanno una lunghezza fuori tutto di 105,11 metri e un dislocamento pari a 2365 tonnellate. Il sistema di propulsione combinato diesel-elettrico consente di raggiungere una velocità massima di 28 nodi (propulsione diesel) e di 15 nodi nel caso di propulsione elettrica. Il range operativo è pari a circa 5000 miglia nautiche (a 14 nodi di velocità) e l’armamento è costituito da 4 cannoni (calibro da 20 a 76 mm), missili SAM (terra aria), missili antinave Exocet e siluri WASS. Attualmente sono in servizio due fregate classe Martadinata: KRI Raden Eddy Martadinata (331), KRI I Gusti Ngurah Rai (332)

Fig.5: Corvetta classe Diponegoro KRI Diponegoro (foto: Wikipedia)

Le corvette classe Diponegoro appartengono al tipo SIGMA 9113 costruito dal cantiere Damen Schelde Naval Shipbuilding. Hanno una lunghezza fuori tutto pari al 90,71 metri e un dislocamento di 1692 tonnellate. Sono propulse da due motori diesel SEMT Pielstick che consentono di raggiungere la velocità massima di 28 nodi. Alla velocità di crociera di 18 nodi il range operativo è di 3600 miglia nautiche. Sono armate da tre cannoni (1 Oto Melara da 76 mm e 2 Denel G-2 da 20 mm), missili SAM e antinave e da due - anciatori tripli per siluri WASS A244-S mod.3. Attualmente sono in servizio quattro corvette di classe Diponegoro: KRI Diponegoro (365), KRI Sultan Hasanuddin (366), KRI Sultan Iskandar Muda (367), KRI Frans Kaisiepo (368).


3. La componente subacquea

Fig.6: Il sottomarino d’attacco a propulsione diesel-elettrica KRI (foto: Wikipedia)

A partire dalla fine degli anni '90, l'Indonesia ha costantemente modernizzato diversi aspetti della sua struttura militare, tra i quali la componente subacquea. Attualmente la flotta subacquea è costituita da mezzi classe Cakra, Nagapasa ai quali, a partire dal 2016, è stato progettato l’affiancamento di battelli midget di tipo KSM-32.


I sottomarini d’attacco a propulsione diesel-elettrica classe Cakra (Type 209/1300) sono stati sviluppati dalla tedesca Howaldtswerke-Deutsche Werft e sono entrati in servizio nella marina indonesiana a partire dal 1980. Nel tempo sono stati sottoposti a importanti riparazioni che hanno portato alla modernizzazione dei sistemi di propulsione, rilevamento e navigazione e all’aggiunta di nuovi sistemi d’arma.


Attualmente dei due battelli iniziali rimane in servizio solo il KRI Cakra: il secondo battello, il KRI Nanggala, è affondato il 21 aprile 2021 nel corso di una esercitazione a 96 chilometri a nord della costa di Bali. Nel dicembre 2011, il Ministero della Difesa indonesiano ha firmato un primo contratto da 1,1 miliardi di dollari con Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering (DSME) finalizzato all’acquisizione di tre sottomarini d'attacco diesel-elettrici Tipo 209/1400 (classe Nagapasa).


La classe Nagapasa è una variante aggiornata della classe Jang Bo-go, nota anche come Chang Bo-go migliorato. Si tratta di sottomarini d’attacco a propulsione diesel-elettrica sviluppati nella Corea del Sud da Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering. Hanno una lunghezza di 61,3 metri e un dislocamento di 1400 tonnellate. In immersione possono raggiungere la velocità (approssimativa) di 21 nodi con unrange operativo approssimativamente di 11000 miglia nautiche. Sono dotati di 8 tubi lanciasiluri da 533 mm e armati con siluri Black Shark sviluppati in Italia da Whitehead Alenia Sistemi Subacquei (WASS). Sono attualmente in servizio tre battelli: KRI Nagapasa (403), KRI Ardadedali (404) e KRI Alugoro (405).

Fig.7: Sottomarino midget KSM-32 (foto: Covert Shores – hisutton.com)

Il KSM-32 (Kapal Selam Mini) è un sottomarino di tipo midget sviluppato in Indonesia dal BPPT (Badan Pengkajian dan Penerapan Teknologi / Agenzia per la valutazione e l'applicazione della tecnologia) come primo tentativo progettuale risalente al 2016, in vista della costruzione su vasta scala. Nonostante la componente subacquea della marina indonesiana sia già dotata di quattro sottomarini convenzionali Type-209, questi risultano insufficienti se confrontati con l’estesa area delle operazioni costituita da 54.720 km di costa e oltre 13.000 isole.


Considerato l’elevato numero di choke-points ( lo Stretto di Malacca, Lombok, Sunda, Makassar e lo Stretto di Alas) i mezzi di tipo midget potrebbero esser efficacemente utilizzati sia per operazioni di ISR (Intelligence-Sourveillance-Recognition) sia per operazioni di tipo AA/AD (Anti Access / Area Denial) oltre che per missioni delle forze speciali, schierando, ad esempio, le proprie unità da combattimento Kopaska.


4. Il bilancio della difesa e la posizione rispetto alla Cina


Relativamente all’anno 2023 il ministero della Difesa indonesiano ha richiesto uno stanziamento di 132 trilioni di IDR (8,8 miliardi di dollari) con un calo dell'1,9% rispetto al budget di 134,7 trilioni di IDR stanziato nel 2022.


Secondo quanto riportato dal ministero delle Finanze, 35 trilioni di IDR saranno impiegati per modernizzare i principali sistemi d'arma delle forze armate nazionali indonesiane, mentre altri 3,6 trilioni di IDR saranno accantonati per le spese operative. Inoltre, 12 trilioni di IDR saranno assegnati a programmi per aumentare la professionalità e il benessere del personale delle forze armate. Le operazioni che avranno la priorità nel 2023 includono lo sforzo continuo della Marina indonesiana per mappare il terreno sottomarino del Paese in modo più ampio e il rafforzamento delle strutture di difesa nelle isole di confine dell'Indonesia.


La priorità sarà data anche all'aumento delle difese delle forze armate nazionali indonesiane contro le minacce nel dominio cibernetico. Insieme alla riforma delle forze armate l'Indonesia sta affrontando ulteriori sfide compresa la minaccia rappresentata dalla disputa territoriale con la Cina, il suo principale partner commerciale. Le ripetute incursioni navali cinesi nelle acque intorno alle isole Natuna hanno infatti spinto il governo di Jakarta a trasferire un importante comando navale a Riau, costruendo nel contempo una base sottomarina.


Nonostante la disponibilità del governo indonesiano ad affrontare consistenti investimenti nella modernizzazione dei sistemi d’arma, anche a fronte di una riduzione del budget della difesa, le forze armate subiscono gli effetti negativi di una scarsa interoperabilità dei sistemi e di livelli di efficienza non particolarmente elevati. Se la causa della bassa efficienza del personale può essere associata alla frequente rotazione nelle mansioni, i problemi di interoperabilità nascono dal gran numero di fornitori della difesa indonesiana.


Nel contesto delle tensioni tra la Cina e le nazioni costiere lungo il Mar Cinese Meridionale, diverse nazioni sono spinte ad aumentare gli investimenti nella difesa con il decisivo supporto degli Stati Uniti e dei loro alleati. L'Indonesia valuta l'acquisto di 36 nuovi jet F-15 da Boeing e di due sottomarini d'attacco classe Scorpene francesi. Ha inoltre espresso interesse per l'acquisto di droni armati dalla Turchia e vorrebbe espandere i legami con il Quad [1] incrementando la propria partecipazione alle esercitazioni militari guidate dagli Stati Uniti.


L’ Indonesia si trova in una posizione difficile: da un lato la dipendenza economica dalla Cina e dall’altro la volontà di costruire una partnership più forte con l’Occidente finalizzata ad aumentare la propria sicurezza. Il Paese si trova infatti in un contesto caratterizzato da attriti crescenti: in particolare tra Stati Uniti e Cina relativamente a Taiwan, ma non solo. Il Giappone intende aumentare significativamente la spesa militare e l'Australia che pianifica di acquistare tecnologia nucleare per i propri sottomarini da USA Regno Unito. Nonostante questo, l'Indonesia cerca una posizione neutra continuando a fare esercitazioni militari sia con gli Stati Uniti che con la Cina nonostante quest’ultima rappresenti una parte importante delle preoccupazioni per la sicurezza nazionale.


Nonostante lo stretto legame economico con la Cina, le navi della marina indonesiana si sono posizionate intorno alle isole Natuna in seguito alla comparsa di navi cinesi per affermare il diritto allo sfruttamento delle risorse naturali nell'EEZ a esse collegata, nonostante l’ovvio parere contrario della Cina.


(scarica l'analisi)

Note

[1] Il Dialogo quadrilaterale di sicurezza (Quadrilateral Security Dialogue, QSD) o Quad è un'alleanza strategica informale tra Australia, Giappone, India e Stati Uniti con lo scopo di contenere l'espansionismo cinese nella regione dell'Indo-Pacifico.


Bibliografia


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