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Tra commesse militari e partnership energetiche: il peso economico delle relazioni italo-qatariote

Aggiornamento: 24 dic 2021

Il panorama mediterraneo oggi è uno dei teatri più attivi e in evoluzione al mondo. Ciascuna delle quattro parti in cui può essere diviso, andando a includere il c.d. “Mediterraneo Allargato”, ha delle sue peculiarità. Di particolare interesse è, specie recentemente, l’area che abbraccia le coste mediorientali del nostro mare.


Quanto avvenuto ultimamente in Afghanistan, con l’instaurazione di un governo talebano e, prima ancora, il riacutizzarsi degli scontri tra Palestina e Israele nel maggio scorso, non hanno fatto altro che sottolineare l’importanza dell’avere un partner sia affidabile che profondamente addentrato in quello scacchiere. Ciò vale soprattutto per l’Italia che vede, da una parte, minacciati i suoi interessi lato scambi commerciali e, dall’altra, quasi spodestato, o comunque relegato a un piano secondario, la sua storica presenza nel bacino.


La recente accelerazione nei rapporti con il Qatar, articolata in un numero crescente di settori, è una risposta a questi cambiamenti.


Dal punto di vista commerciale, il totale dell’import-export tra i due Paesi nel 2019 è stato pari a 2,6 miliardi di euro, in aumento di circa il 2% rispetto all’anno precedente. Il dato conferma una tendenza crescente, già peraltro osservabile negli anni precedenti. Nello specifico Doha, attraverso il suo Fondo sovrano, ha ampiamente investito nella Penisola, specialmente in ambito infrastrutturale.


I rapporti tra Italia e Qatar toccano anche l’ambito dell’università e della ricerca, con un accordo di cooperazione ratificato dal Senato italiano nel 2020 che favorirà un consolidamento sia degli scambi che delle relazioni tra i due Paesi.


Tuttavia, i settori che spiccano in modo preminente nell’ambito delle relazioni italo-qatariote sono quelli dell’energia e della difesa.


1. L’importanza della presenza militare e il doppio filo con le politiche energetiche


Il settore della difesa ha subito una robusta accelerazione, sia nell’ambito industriale che in quello istituzionale. Nel 2020 si è giunti a un’importante intesa tra l’Aeronautica Militare italiana e quella del Qatar, basata sull’addestramento dei piloti qatarioti in Italia. In precedenza, i due eserciti avevano stipulato un accordo simile in cui si prevedeva la possibilità di esercitazioni congiunte.


Inoltre, le aziende nostrane, quali Fincantieri e Leonardo, trovano in Doha un proficuo partner contrattuale da cui ricevono regolari commesse considerevoli, nell’ambito di un’intesa più ampia che proprio Fincantieri e il Ministero della Difesa qatariota hanno sottoscritto per la fornitura di sistemi navali per il pattugliamento offshore. Nel 2020, alla presenza del ministro della Difesa Guerini e del suo corrispettivo, Khalid bin Mohammad al Attiyah, Giampiero Massolo e Giuseppe Bono, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Fincantieri, hanno presentato l’unità della classe “Musherib” che sarà consegnata al Qatar entro il 2022. Il vascello sarà un’unità molto flessibile, con capacità che spaziano dal pattugliamento al ruolo di nave combattente. Il varo rientra nell’ambito della commessa di 4 miliardi di euro, che prevede la fornitura all’emirato di sette navi di superficie[1].


Nell’ambito della strategia di penetrazione e sviluppo dei propri affari nel panorama mediorientale, Fincantieri aveva costituito a Doha la Fincantieri Services Middle East, come fulcro delle attività di servizi e di post-vendita sulle navi militari del Gruppo in Qatar. È stata questa filiale a sottoscrivere gli accordi con le autorità nel 2016 per la gestione di un’ampia gamma di interventi, sia per le piattaforme navali che per i sistemi d’arma. Inoltre, il 24 gennaio 2020, Fincantieri e la Barzan Holdings (controllata dal Ministero della difesa qatariota) hanno sottoscritto un Memorandum of Understanding per “accrescere la partnership attraverso la valutazione e gli studi di nuove tecnologie e capacità in vista dell’acquisizione di nuove unità navali all’avanguardia”. Grazie all’accordo, Fincantieri spera di vedersi assegnate anche le attività di progettazione, costruzione e gestione di nuove infrastrutture navali e alcuni sottomarini.


Parallelamente agli accordi militari, si sono sviluppati anche vari interessi legati al panorama energetico. Per l’Italia, il Qatar rappresenta un importante esportatore di gas naturale, affiancato dalla Russia. La Qatar Terminal Ltd, di proprietà dalla Qatar Petroleum, partecipa per circa il 23% nella proprietà dell’Adriatic LNG Terminal offshore di Porto Levante. Inoltre, la Qatar Petroleum ha accordi con ENI in diverse aree del mondo, soprattutto nell’offshore in Mozambico, Kenya, Marocco, Oman e Messico.


Benché di recente la Qatar Petroleum abbia dichiarato che si doterà di quattro nuove navi cisterna per GNL dalla Hudong-Zhonghua Shipbuilding Group Co, sussidiaria della China State Shipbuilding Corp per un valore di circa 762 milioni di dollari per l’acquisto dei vascelli, atti a soddisfare l’enorme domanda da parte del mercato, il Paese è profondamente concentrato anche sulla transizione verso fonti di energia rinnovabili, con il bivalente obiettivo di avviare, da un lato, un progressivo distaccamento dalla dipendenza dai combustibili fossili e, contemporaneamente, andare a ridurre le emissioni di CO2.


Il Qatar ha deciso di sfruttare la sua posizione geografica e il clima favorevole per la produzione di energia solare, favorito dal fatto di avere uno dei più alti indici di irradiazione solare del mondo[2]. Questa conversione è iniziata già una decina d’anni fa, con un obiettivo dichiarato che mirava a una produzione energetica pari a 1.800 MW entro il 2020. Nella prima fase, che prevedeva un investimento di 30 milioni di dollari, erano previsti impianti di piccole dimensioni, con potenze nell’ordine di 5-10MW in aree sottoutilizzate, con una seconda fase che avrebbe incluso anche capitali privati. La Qatar Solar Technologies (QSTec), joint venture formata dalla Qatar Foundation[3], dalla tedesca SolarWorld e dalla Qatar Development Bank, è stata tra le più operative nel progetto.


Per l’Italia, avere un partner che è contemporaneamente un grande compratore di risorse energetiche e un potenziale fornitore di energia proveniente da fonti rinnovabili, specialmente in un momento storico in cui si sta cercando di accelerare sempre di più la transizione verso la green energy, è di fondamentale importanza.


2. Conclusioni


Per il Qatar, l’Italia rappresenta una possibilità per rinsaldare la propria presenza sia in Europa, dove il nostro Paese rappresenta uno dei principali alleati americani, sia in Libia, dove Roma e Doha sostengono il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite. Ciò è ancor più vero a seguito dell’isolamento che i Paesi del Golfo, a guida saudita, hanno messo in atto nei confronti del Qatar, costringendolo a ridimensionare la propria impronta politica. In quest’ottica l’Italia, con la sua presenza in Medio Oriente[4], è un attore e partner importante per il governo di Doha.


La multidimensionalità che caratterizza i rapporti tra i due Paesi è probabilmente il maggior punto di forza delle relazioni italo-qatariote. L’articolazione delle relazioni tra i due attori su più settori permette l’acquisizione di vantaggi in modo trasversale, basti pensare che il volume degli scambi è aumentato di circa il 38% durante la prima metà del 2021 rispetto al 2020, toccando anche aree come quella alimentare. Pertanto, l’Italia deve sfruttare la propria posizione politica favorevole con il Qatar, per cogliere le opportunità offerte da quest’ultimo. Si tratta, innanzitutto, di vantaggi per le aziende nostrane, soprattutto a fronte degli ingenti investimenti che Doha sta portando avanti in vista dei Mondiali di calcio del 2022, ma anche di potenzialità di tipo energetico e militare. Infine, l’Italia potrebbe assumere il non indifferente ruolo di tramite tra i partner europei e il governo qatariota, specialmente a seguito della notizia che l’UE aprirà una rappresentanza a Doha con l’obiettivo di rafforzare i legami sia a livello regionale che globale.

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Note

[1] Tra cui quattro corvette, una nave anfibia e due pattugliatori, più i relativi sevizi di supporto per dieci anni. [2] Ogni Km2 della sua superfice riceve, ogni anno, energia solare pari all’incirca a 1,5 milioni di barili di petrolio. [3] ONG semi-privata sostenuta dalla famiglia reale qatariota. [4] Soprattutto sotto l’egida di missioni di pace.


Riferimenti

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