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Darién Gap: la “terra di nessuno” in mano ai trafficanti di esseri umani

Luisa Gonzalez/Reuters

1. Introduzione


Il Darién Gap, che segna il confine tra Colombia e Panama, è una delle rotte per rifugiati e migranti più pericolose al mondo, costituita da 5.000 chilometri quadrati di natura selvaggia tropicale, montagne scoscese e fiumi. La traversata può durare dieci giorni o più per i più vulnerabili, che sono esposti ai rischi naturali e a gruppi criminali noti per la violenza, tra cui abusi sessuali e rapine.


Nel solo 2021, quasi 100.000 migranti – per lo più provenienti da Haiti, Cuba e Venezuela – hanno barattato la loro vita per attraversare il Darién Gap a piedi. Di questi, oltre 19.000 erano bambini. Decine di persone di tutte le età sono morte lungo il percorso, mentre tra molti di coloro che riescono a sopravvivere all’attraversamento dalla giungla dicono che vorrebbero non essere mai entrati.


Allora perché tentare il viaggio? Perché il Darién Gap è l'unica via d'uscita via terra dal Sud America, l’unica speranza per persone che fuggono da persecuzioni politiche o semplicemente partono alla ricerca di un futuro migliore, sognando nella maggior parte di casi gli Stati Uniti, il Canada o il Messico. Camminare verso nord offre loro maggiori probabilità di riuscire ad attraversare le frontiere senza essere scoperti rispetto all'atterraggio in aereo o all'attracco in barca.[1]


La presente analisi vuole fare luce su un tratto di terra poco conosciuto e diventato negli anni una rotta migratoria pericolosa lungo la quale migliaia di persone rischiano la vita e spesso trovano la morte, tra cui numerosi bambini. Verranno esplorate le ragioni per cui il Darién Gap è uno dei passaggi più pericolosi e mortiferi al mondo e saranno presentati i dati relativi ai recenti flussi migratori. Infine, si analizzerà brevemente il tentativo di risposta messa in atto da Colombia e Panama per “far fronte” all’arrivo dei migranti.


2. Geografia e pericoli di una terra incontrollata


Il Darién Gap – anche noto come tappo del Darién per via della fitta vegetazione (dallo spagnolo Tapón del Darién) – è un tratto di foresta pluviale montuosa, senza strade e senza leggi, situato tra Colombia e Panama. Per secoli ha avuto la reputazione di essere del tutto inaccessibile, sia per i locali che per i visitatori ben equipaggiati. La giungla che lo ricopre rappresenta l'unica interruzione dell'autostrada panamericana che si estende per circa 30.000 chilometri, dall'Argentina all'Alaska.

Fonte: Voice of America News

Montagne, paludi e una fitta giungla rendono il paesaggio troppo ostile per le infrastrutture e per la costruzione di una strada. Senza una strada, controllare le regioni più profonde del Darién Gap è quasi impossibile. Per questo motivo, l’area pullula di gruppi paramilitari, bande criminali e trafficanti di droga pronti a sfruttare le vulnerabilità delle persone in viaggio. Si tratta di un itinerario centrale per trasportare armi e cocaina dal Sudamerica al Nord: il suo isolamento e l’assenza di qualsiasi autorità governativa lo rendono un luogo ideale per i gruppi criminali che ne controllano gli ingressi lungo la frontiera colombiana.


I migranti che attraversano il Darién Gap non hanno altra scelta che spostarsi a piedi e guadare fiumi, trascinando sé stessi - e spesso i propri bambini - su terreni ripidi e montuosi. Si tratta inoltre di è una delle regioni più umide del mondo e il fango profondo è ovunque. Inoltre, la giungla è disorientante e chi può permetterselo paga delle guide – dette anche "coyote" – per farsi aiutare nel viaggio. Tuttavia, queste guide possono essere trafficanti di esseri umani che si spacciano per protettori solidali. Molte delle bande di coyote che accompagnano i migranti li abbandonano, li derubano e abusano sessualmente delle donne che tentano di attraversare una distanza di circa 50 chilometri nella foresta vergine che separa le città di Acandí, in Colombia, da Bajo Chiquito, a Panama. Violenze, estorsioni e stupri sono dunque all’ordine del giorno per i migranti – soprattutto haitiani e venezuelani – che emigrano a causa della grave crisi politica ed economica nei loro Paesi, così come lo sono i rischi di morte per morsi di serpenti, cadute e annegamento.


3. La composizione dei flussi migratori


Per molti migranti, il Darién Gap rappresenta l'ultima sfida di un percorso di ricerca di sicurezza e opportunità che dura da anni. La maggior parte di coloro che tentano la pericolosa traversata, affidandosi spesso a reti criminali e trafficanti di esseri umani, proviene da Haiti. Decine di migliaia di haitiani che nel corso degli anni hanno tentato di attraversare il Darién Gap erano già in cerca di protezione e opportunità di vita in altri Paesi del Sud America, soprattutto Cina e Brasile, a seguito del terremoto del 2010 che ha devastato la loro patria. L'uragano Matthew nel 2016, unito alle dilaganti attività delle gang criminali e alla violenza nel Paese, ha spinto molte altre migliaia di persone a fuggire da Haiti.Tuttavia, persone da tutto il mondo, e in particolare dall’Africa Sub-sahariana (Senegal, Ghana, Angola, Sierra Leone, Guinea Conakry Congo) e dal Sud-est asiatico (Bangladesh, Nepal) giungono in aereo fino all’America centrale per cercare di realizzare il sogno americano via terra passando attraverso questo tratto di terra pericoloso.[2] Inoltre, persone provenienti da Eritrea, Iran, Pakistan, Kirghizistan, Sudan e Yemen hanno rischiato la vita nel Darién Gap, poiché questi Paesi facevano parte dell'elenco a cui l'amministrazione Trump aveva vietato l'ingresso negli Stati Uniti. Nonostante l’amministrazione Biden si sia impegnata fin da subito per la revoca dei due travel bans introdotti da Trump sulla base sulla nazionalità e rivolti principalmente a Paesi a maggioranza musulmana e africani, per molti migranti d'oltreoceano, entrare negli Stati Uniti in modo clandestino attraverso questa “terra di nessuno” continua a rappresentare la sola possibilità di successo.

Fonte: Panama’s National Migration Service

L’ultimo tratto del Darién Gap è paludoso e i migranti che riescono ad arrivarci devono attraversarlo in canoa. Al termine di questo tratto, i migranti vengono portati a La Peñita, un villaggio che funge da centro di smistamento dei migranti in uscita dal Darién Gap. Qui vengono radunati per lo più in tende e hangar e ci sono solo una dozzina di bagni chimici portatili, tutti in pessime condizioni igieniche. In una roulotte, i migranti consegnano i loro passaporti, si fanno scansionare l’iride e prendere le impronte digitali; le informazioni vengono inviate al sistema di registrazione biometrica degli Stati Uniti. La maggior parte di loro viene controllata entro un paio di settimane e aspetta poi il proprio turno per salire a bordo di un autobus che li porterà in un campo profughi al confine con il Costa Rica. Tuttavia, per i migranti provenienti da Paesi che gli Stati Uniti ritengono di “interesse speciale” – ovvero sospettati di ospitare terroristi, come ad esempio il Pakistan – l’attesa può durare mesi.


4. Numeri in aumento


Nel 2019, le autorità panamensi hanno contato quasi 24.000 migranti provenienti dal Sud America che sono entrati nel Paese passando per il Darién Gap. Il numero di migranti stranieri è diminuito nel 2020 e nel 2021, a causa delle restrizioni a livello mondiale introdotte per contrastare gli effetti della pandemia globale di coronavirus. Tuttavia, con l’allentamento delle restrizioni il numero ha cominciato a crescere in maniera esponenziale, anche a causa del peggioramento delle condizioni economiche dei Paesi dell’America latina a seguito della pandemia stessa: solo nel 2021, secondo quanto riportato dall’Organizzazione internazionale per le Migrazioni (OIM), circa 91.300 migranti hanno attraversato la giungla per spostarsi verso nord. Di questi, 50.000 sono stati dichiarati dispersi o morti.


Secondo le statistiche delle autorità panamensi, il numero di persone che hanno attraversato il Darién Gap nei primi due mesi del 2022 è quasi triplicato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, passando da 2.928 nei primi due mesi del 2021 a 8.456 nel 2022, tra cui 1.367 bambini e adolescenti. A destare preoccupazione sono da un lato il numero di venezuelani, quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo nel 2021 a causa dell’aggravarsi della crisi economica e politica in corso nel Paese (oltre il 31% dei migranti che hanno attraversato la giungla del Darién nei primi tre mesi di quest’anno proviene dal Venezuela) e dall’altro il numero di bambini haitiani, triplicato negli ultimi cinque anni. Secondo l'UNICEF, nel 2021 oltre 19.000 bambini e 3.000 donne incinte hanno compiuto questo pericoloso viaggio, il triplo di quanto avvenuto complessivamente nei cinque anni tra il 2016 e il 2020.


Le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per i numeri in crescita e per il fatto che i rifugiati e i richiedenti asilo, tra cui figurano categorie altamente vulnerabili come donne e bambini, si trovino costretti ad affrontare rapine, stupri e sfruttamento da parte dei trafficanti di esseri umani, oltre alla mancanza di acqua potabile durante il viaggio attraverso questa terra senza leggi e senza strade.


5. La tentata risposta delle autorità


Con l’allentamento delle restrizioni da COVID-19, sempre più persone stanno intraprendendo la rotta migratoria verso nord destando la preoccupazione delle autorità panamensi e colombiane. Dopo diversi incontri di emergenza, già nell’agosto 2021 i governi di Colombia e Panama avevano tentato di unire le proprie forze allo scopo di contenere l’afflusso di migranti che partono dal Sud America per spostarsi verso nord. I ministri degli Esteri di entrambi i Paesi avevano infatti annunciato l’introduzione di un numero limite di 650 persone al giorno che avrebbero potuto attraversate il confine comune. A partire da settembre, il numero sarebbe stato ridotto a 500, con l’obiettivo a lungo termine di cercare percorsi più convenzionali che eviterebbero di esporre i migranti ai rischi legati all’attraversamento di zone altamente pericolose come la giungla del Darién Gap.

Fonte: AP News

L’accordo avrebbe avuto come fine ultimo quello di limitare le operazioni delle organizzazioni criminali, nonché il traffico di droga e di persone nell’area. Tuttavia, il governo colombiano sembra finora poco interessato ad applicare le disposizioni dell’accordo e i numeri di migranti che superano quotidianamente il confine comune continua a essere elevato.


6. Conclusioni


Animali pericolosi, spostamenti lunghi ed estenuanti a piedi, scarse condizioni igieniche che possono provocare l’insorgere di malattie, abusi e violenze da parte di gruppi criminali pronti a sfruttare le debolezze dei migranti. Sono alcuni degli elementi che caratterizzano il viaggio dei migranti attraverso il Darién Gap.


I disastri naturali in alcune regioni dell’America latina, la situazione critica di Haiti e del Venezuela più in generale le difficoltà economiche derivanti dal Covid-19 fanno pensare che sempre più persone cercheranno di raggiungere il sogno americano passando attraverso questa rotta. La situazione rischia dunque di precipitare in una vera e propria crisi migratoria e umanitaria, con numeri senza precedenti per i prossimi mesi e anni.


Se da un lato il governo panamense ha creato infrastrutture per ospitare temporaneamente le persone in transito e rispondere alle esigenze umanitarie del crescente numero di migranti che attraversa la quest’area, dall’altro la volontà politica di impegnarsi a contenere il flusso di migranti e ricercare soluzioni alternative sembra piuttosto limitata.


La migrazione è un fenomeno che non può e non deve essere fermato. Tuttavia, è importante che le autorità coinvolte nella gestione di attraversamenti di aree particolarmente pericolose come la giungla del Darién Gap si impegnino sempre di più a garantire adeguati standard di protezione e soluzioni alternative che permettano un passaggio delle frontiere sicuro e controllato.


(scarica l'analisi)

Note



Bibliografia/Sitografia

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