Criminalità organizzata e terrorismo: Crime Terror Nexus
- Eleonora Corsale
- 17 lug 2021
- Tempo di lettura: 11 min
Aggiornamento: 4 set 2021

1. Introduzione
Lo scorso aprile il Comitato del Consiglio d’Europa per la lotta contro il terrorismo (CDCT) ha approvato le linee guida per supportare le autorità nazionali competenti a prevenire e contrastare atti terroristici e a migliorare la comprensione del legame esistente tra i gruppi della criminalità organizzata e le organizzazioni terroristiche. Enfasi è stata posta in particolare sulla cooperazione tra queste due realtà, il potenziale reclutamento e la radicalizzazione di criminali comuni da parte delle organizzazioni terroristiche, l'adozione del modus operandi di un gruppo criminale da parte dell'altro, il ruolo svolto dai sistemi carcerari nel creare e consolidare potenzialmente tali legami, e il finanziamento e la facilitazione di atti terroristici, in particolare attraverso il traffico di armi.
Queste linee guida si inseriscono all’interno di un quadro più ampio in cui viene contestato l’approccio tradizionale volto a considerare le organizzazioni terroristiche e i gruppi della criminalità organizzata come due differenti tipi di minaccia, con obiettivi e interessi divergenti. Ad oggi questa visione è stata sostituita da una maggiore consapevolezza della crescente convergenza tra queste due realtà, che porta a una loro più stretta cooperazione e coesistenza fino ad arrivare a parlare di crime terror nexus.
2. Crime-terror nexus: evoluzione
In una analisi per AMIStaDeS intitolata “Terrorismo e Mafia: Fenomenologia e repressione criminale”, Alessio Briguglio fa riferimento alla genericità dell’espressione crime-terror nexus che lascia ampi margini di interpretazione il più delle volte contrastanti.[1] Per tale motivo un approfondimento è necessario per comprenderne le caratteristiche e definirne i confini.
Il termine crime-terror nexus è tutt’altro che di recente coniatura. Come evidenziato da Basra, Neuman e Brunner:
“The concept of a crime-terrorism nexus is not new. It emerged in the early 1990s after the collapse of the Soviet Union and the birth of the Information Age. Amidst shifting geopolitics and newfound transnational reach, nonstate actors adapted criminal modus operandi to further their aims. As early as the 1980s, during the rise of Pablo Escobar and the Colombian drug cartels, scholars tried to define ‘narco-terrorism’ and debated whether it represented a true case of blurring criminal-terrorist lines” (Basra, Neumann and Brunner 2016).
Questa visione si è andata rafforzando nel tempo a seguito dei conflitti in Angola, Balcani, Colombia, Liberia e Sierra Leone portando al riconoscimento di come il declino dello Stato, in combinazione con l’avvento della globalizzazione, avrebbero spinto entità violente con la loro agenda politica a portare avanti un più ampio programma economico e di alleanze. Tuttavia, la conferma delle connessioni tra i gruppi della criminalità organizzata e le organizzazioni terroristiche è arrivata a seguito dell’11 settembre. Si è ritenuto che la causa di questa crescente interazione fosse legata agli sforzi posti in essere dagli Stati per contrastare il terrorismo, che hanno spinto questi gruppi a cercare alleati per portare a compimento i loro piani. In particolare, si fa riferimento alle azioni attuate dagli Stati Uniti allo scopo di contrastare i finanziamenti al terrorismo islamico. Sembrerebbe che dopo l’11 settembre, circa 112 milioni di dollari sono stati congelati dagli Stati Uniti perché ricollegati a conti di al-Qaeda o a persone/istituzioni simpatizzanti con la stessa.[2]
In questo contesto, la connessione tra terrorismo e criminalità organizzata rifletterebbe la presa di coscienza da parte del primo di rendersi autosufficiente e accrescere i propri legami tramite la seconda, in quanto fonte primaria di finanziamento. [3]
Questi collegamenti si sono sostanziati principalmente nella ricerca di documentazione fraudolenta o nello stabilire un accesso sicuro alle rotte esistenti del traffico di esseri umani. La figura di seguito, che rappresenta il modello originale del crime-terror nexus, descrive tale convergenza.

In questo modello sono quattro i tipi di convergenza primaria a essere identificati:
Alleanza volta alla realizzazione dei propri scopi;
Appropriazione delle modalità operative;
Crimini politici;
Trasformazione delle motivazioni all’interno di un gruppo.
3. Il modello della Makarenko
Nonostante l’efficacia del modello sopra rappresentato, si è col tempo compreso che l’attenzione era posta principalmente sulle organizzazioni terroristiche che interagivano con i gruppi della criminalità organizzata e non il contrario. Questo spostamento di punti di vista ha fatto comprendere che il crime-terror nexus fosse qualche cosa di più sofisticato e per questo nel 2009 il modello è stato rivisto da Makarenko[4] allo scopo di evidenziare un fenomeno che opera su diversi piani:
1. Operativo;
2. Organizzativo;
3. Evolutivo.

Dal punto di vista operativo, il nexus può prendere una delle seguenti due forme. La prima è l’adozione da parte di un gruppo delle modalità operative proprie dell’altro. La seconda è la fusione funzionale dei gruppi criminali e terroristi che generalmente si sostanzia in alleanze adhoc o può evolvere nell’integrazione di un gruppo nell’altro.
Da un punto di vista puramente organizzativo, criminalità organizzata e terrorismo sono trattati come due azioni chiaramente definite. In questo contesto il nexus avviene quando entrambe queste azioni occupano lo stesso spazio e tempo. In questa situazione di convergenza si sviluppa un’entità ibrida che mostra simultaneamente motivazioni ideologiche ed economiche tramite la perpetrazione di atti di terrorismo politico ingaggiando con gruppi di criminalità organizzata per massimizzare i profitti.
Dal punto di vista evolutivo, infine, il nexus fa riferimento alla trasformazione delle tattiche e motivazioni di un’entità in quelle dell’altra.
4. Natura geografica del nexus
Sempre in base allo studio svolto dalla Makarenko, si evince che la profondità della relazione tra terrorismo e criminalità organizzata è strettamente correlata alla natura della regione geografica in cui il nexus è in essere e alle tipologie dei gruppi coinvolti.
Le aree geografiche in cui il nexus viene posto in essere possono essere di tre tipologie:
Zone di stabilità (occidente);
Zone di transizione;
Zone (post) conflitto.
Nelle zone caratterizzate da stabilità politica e coesione sociale la situazione è complessa, comportando lo sviluppo di legami operativi volti al solo accrescimento dell’efficienza delle rispettive attività. Nelle democrazie occidentali, infatti, il nexus è dissociato dal piano operativo focalizzandosi prevalentemente sui tentativi dei gruppi terroristi di interagire con le organizzazioni criminali per ottenere finanziamenti. Pertanto, i casi in cui la criminalità organizzata si appropria dei metodi tipici del terrorismo sono molto più rari rispetto a quanto si verifica in quegli Stati che si trovano in una situazione di profonda trasformazione politica, instabilità o limitato controllo da parte dello Stato. In questi casi, la criminalità organizzata percepirebbe il vantaggio di utilizzare i metodi del terrorismo per incrementare la propria influenza politica. Quindi è chiaro che il nexus coinvolgerebbe tanto il piano operativo quanto quello organizzativo, con evidente convergenza delle motivazioni che porterebbero allo sviluppo di gruppi cosiddetti ibridi.[5]
Infine, il nexus raggiunge l’apice del suo sviluppo nelle zone (post) conflitto dove tutti i livelli di interazione risultano combinati tra di loro. In paesi come Afghanistan, Mali o Somalia dove il controllo statale è frammentato e debole, tanto le organizzazioni criminali quanto quelle terroristiche oltrepassano le reciproche differenze a fronte di benefici immediati in base a un calcolo del rischio che non considera ripercussioni su lungo termine (come ad esempio il rischio di assistere alla nascita di possibili gruppi rivali). Detto ciò, non bisogna pensare che il nexus nelle aree di transizione e (post) conflitto non abbia alcuna incidenza sulle democrazie occidentali. La realtà è infatti ben diversa essendo le dinamiche di sicurezza in queste zone strettamente collegate con gli sviluppi operativi dei gruppi operanti in zone caratterizzate da forte instabilità.
5. Le tipologie dei gruppi
Ricerche e analisi condotte per approfondire il nexus tra terrorismo e criminalità organizzata hanno mostrato come esso sia modellato anche in base alle tipologie dei gruppi coinvolti. Il teatro europeo presenta diverse variazioni del nexus che non seguono necessariamente i trend stabiliti in contesti caratterizzati da forte instabilità e conflitti. Significative sono le diverse modalità su come gruppi islamisti, etno-nazionalisti e monotematici abbiano interagito con il nexus nel tempo. I legami tra i gruppi etno-nazionalisti e la criminalità organizzata sono di varia natura, spesso lontani da alleanze e più inclini a perseguire l’appropriazione delle tattiche e la creazione di entità ibride. I gruppi islamisti e monotematici, invece, mostrano raramente condivisione delle stesse motivazioni con la criminalità organizzata intrecciando con essa alleanze, ma raramente evolvendo in gruppi ibridi o perdendo la propria motivazione iniziale.
Dall’altro lato della medaglia, i gruppi della criminalità organizzata instaurano relazioni ad-hoc con i gruppi terroristi e in Europa sono limitati i casi di appropriazione delle tattiche dell’altro per portare avanti il proprio scopo primario legato alla massimizzazione del profitto o al mantenimento del monopolio su certe sezioni di mercato.[6]
6. Le tipologie del nexus in Europa
L’alleanza è la forma più comune di interazione tra terrorismo e criminalità organizzata in Europa. La natura delle alleanze può variare includendo legami una tantum, a breve termine e a lungo termine.
Le alleanze soddisfano una serie di requisiti:
Accesso a conoscenza specializzata (i.e. riciclaggio di denaro sporco);
Accesso a servizi specializzati (i.e. contraffazione);
Supporto operativo (i.e. accesso a traffici di esseri umani);
Supporto finanziario (i.e. narcotraffico).
Sono due i tipi di alleanze che hanno un impatto sui Paesi membri dell’Unione europea. Le prime sono le alleanze all’interno dei confini europei, che hanno ripercussioni sulla sicurezza sia in termini di contribuire al potenziale operativo degli attentati terroristi sia di accrescere la criminalità. È comunemente riconosciuto che in un contesto definito dalla necessità di auto finanziarsi, i gruppi terroristici hanno con il tempo accettato i benefici di interagire con la criminalità organizzata o di ritrovarsi direttamente coinvolti in attività criminali. Sebbene il costo di un attentato non sia di per sé elevato, la logistica e gli altri requisiti di supporto all’attività innalzano notevolmente i costi. Ad esempio, le Nazioni Unite hanno riportato che il costo dell’attentato di Madrid nel 2004 fu di circa 8.000 euro. Includendovi i costi logistici e gli altri costi associati, la stima sale tra i 40.000 e i 50.000 euro.[7]
Le seconde sono le alleanze strette al di fuori dei confini europei, in quanto hanno il potenziale di inasprire le minacce interne agli Stati membri.
Il secondo tipo di interazione tra terrorismo e criminalità organizzata si sostanzia nell’appropriazioneo integrazione delle tattiche. L’appropriazione fa riferimento a un gruppo criminale o terrorista che acquisisce o sviluppa determinate competenze: ad esempio gruppi criminali che apprendono come condurre atti di terrorismo per perseguire i propri fini o gruppi terroristi che imparano a riciclare denaro sporco in supporto delle proprie operazioni. L’integrazione, invece, si ha quando i gruppi della criminalità organizzata o terroristi si integrano tra loro allo scopo di acquisire una certa tattica come parte della propria strategia operativa. Molti di questi casi si trovano comunemente nell’ambito del terrorismo, specialmente nell’Unione europea. Questo principalmente perché i gruppi terroristi sono stati costretti ad autofinanziarsi e il crimine è così diventato una parte integrante della loro componente operativa. Generalmente, l’appropriazione o l’integrazione non hanno alcun impatto sulla motivazione dei gruppi, essendo teoricamente il naturale sviluppo delle alleanze. Logicamente, accrescere le proprie competenze aumenta la sicurezza operativa rimuovendo i problemi associati alle alleanze, principalmente legati alle differenze di priorità, strategie, sfiducia e tradimenti, nonché il rischio che le alleanze creino potenziali avversari.
Sebbene i gruppi terroristi siano coinvolti in svariati tipi di crimini, si riscontrano sostanziali differenze sul tipo di attività criminale che ogni gruppo è disposto ad accettare. I gruppi etno-nazionalisti sono tra quelli ad aver imposto parametri meno restrittivi.

Ad esempio, sono stati coinvolti dai piccoli crimini ai rapimenti, traffico di droga e degli esseri umani. I gruppi islamisti sembrano aver limitato il loro coinvolgimento in attività criminali solo ai crimini minori. Le ragioni sono svariate: alcune sono ideologiche ma altre pratiche, in quanto una certa cellula può aver considerato difficoltoso trovarsi coinvolta in reti illegali di larga scala per paura che ciò possa accrescere la propria vulnerabilità. Tuttavia, esiste una differenza tra gruppi islamisti in cerca di finanziamenti una tantum e gruppi in cerca di un finanziamento per un termine più lungo; altrettanto differenti sono quei gruppi islamisti coinvolti in piccoli crimini all’interno dell’Europa e quei gruppi che si trovano in contesti più instabili e beneficiano di attività criminali più sofisticate.
L’uso del crimine da parte del terrorismo ha subito una notevole evoluzione a partire dagli anni ’80, come dimostrato nella tabella di lato.[8]
Sebbene l’appropriazione delle tattiche del terrorismo da parte della criminalità organizzata sia un fenomeno più limitato all’interno dei confini europei, è comunque possibile ricostruirne l’evoluzione nel tempo come descritto nella tabella di seguito.

Il solo caso registrato in Europa è rappresentato dalla mafia italiana. Negli anni ’90 la mafia avrebbe utilizzato tecniche proprie del terrorismo per far deragliare i successi delle politiche antimafia volte a ridurne l’influenza e il controllo sulle istituzioni politiche ed economiche. Il risultato è stato un inasprimento della violenza allo scopo di intimidire l’opinione pubblica.[9]
Un altro tipo di interazione tra criminalità organizzata e terrorismo è l’ibrido, che vede la convergenza delle motivazioni criminali e politiche all’interno di un unico gruppo. L’evoluzione di un gruppo criminale o terrorista in un ibrido può avere diverse motivazioni:
Cambio nella leadership;
Cambio nei membri spesso dovuto a nuove tecniche di reclutamento;
Perdita di controllo centralizzato a causa della nascita di fazioni indipendenti o fratture interne;
Assenza di leadership o lotta per il potere.
Per concludere, l’ultima e più rara forma di interazione tra terrorismo e criminalità organizzata è quella che si sostanzia nella trasformazione. Questa si verifica quando lo scopo ultimo del gruppo criminale o terrorista cambia drasticamente. Generalmente si ritiene che la trasformazione da un gruppo terrorista a un’entità criminale è spesso accompagnata da alcune trasformazioni chiave nelle dinamiche e nella composizione del gruppo:
Cambio nella natura degli scopi: dal perpetrare atti violenti alla massimizzazione dei profitti;
Ridotta intensità associata a rivendicazioni politiche e riduzione delle apparizioni pubbliche del gruppo;
Riduzione degli attacchi contro obiettivi civili a meno che non siano associati a motivazioni di profitto;
Dichiarazioni pubbliche per sancire la fine degli attacchi terroristi seguite da una crescita degli atti criminali;
Alterazione delle strategie di reclutamento.
Sebbene la trasformazione di un’entità criminale in un gruppo terrorista sia più rara, questa può sostanziarsi in:
Razionalizzazione politica dei crimini commessi;
Donazioni a cause politiche;
Associazione sistemica con membri e militanti che si riflette in un cambio di composizione e strategie di reclutamento;
Vendita di merci illegali in cambio di armi invece che per profitto;
Adozione di una retorica politica come componente chiave di una crescente presenza pubblica.
7. Conclusioni
Nonostante le difficoltà nel definire con esattezza il legame tra criminalità organizzata e terrorismo, è ormai chiaro che questo non può più essere ignorato o negato. Nella vasta letteratura disponibile in materia di terrorismo, rilevanza è stata data a gruppi, organizzazioni o reti che rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale imponendo la loro agenda politica localmente o globalmente. A parte pochi esempi di solo terrorist, infatti, la maggior parte agisce in gruppo.[10]
Permangono ad oggi delle lacune a livello di intelligence e di ricerca circa la capacità di predizione di futuri trend su come il crime-terror nexus evolverà nel tempo e che implicazioni avrà dal punto di vista della sicurezza dei singoli Stati. Ciò è dovuto principalmente al fatto che sul piano operativo svariati Stati non sono stati in grado di unire le forze e condividere informazioni di intelligence. Ciascun paese tende infatti a rivendicare la specificità del proprio nexus nonché la propria interpretazione dello stesso.[11]
Un approccio metodologico coerente e condiviso è una componente fondamentale per identificare e monitorare i legami esistenti e potenziali tra terrorismo e criminalità organizzata. Aspetto focale della questione e grande preoccupazione per l’occidente, rimane il se e il come questi legami evolveranno nel tempo. L’espansione del nexus potrebbe accrescere la vulnerabilità ad attentati terroristi posti in essere da gruppi con elevate capacità criminali e risorse finanziarie. Pertanto, solo la messa in opera della circolarità dei mezzi di contrasto, intendendo con questo la cultura della circolazione e della condivisione spontanea e tempestiva delle notizie e delle informazioni al livello interno e soprattutto al livello sovranazionale,[12] possono consentire di contrastare questo fenomeno in maniera efficace e al contempo prevenirlo.
(scarica l'analisi)
Note
[1] Per maggiori dettagli Alessio Briguglio. Terrorismo e Mafia: Fenomenologia e repressione criminale https://www.amistades.info/post/terrorismo-e-mafia-fenomenologia-e-repressione-criminale [2] US Center for Defence Information, 2002 [3] Peng Wang. The Crime-Terror Nexus: Transformation, Alliance, Convergence. http://www.ccsenet.org/journal/index.php/ass/article/view/6218 [4] Per ulteriori dettagli sul modello descritto in questa analisi: Makarenko, Tamara and Michael Mesquita. 2014. “Categorising the Crime-Terror Nexus in the European Union.” https://www.europarl.europa.eu/document/activities/cont/201211/20121127ATT56707/20121127ATT56707EN.pdf [5] Per gruppi ibridi si intende quelle organizzazioni criminali che ambiscono simultaneamente ad accrescere la propria influenza politica e la massimizzazione dei propri profitti. [6] Per un’analisi più dettagliata dei singoli gruppi: Makarenko, Tamara and Michael Mesquita. 2014. “Categorising the Crime-Terror Nexus in the European Union.” https://www.europarl.europa.eu/document/activities/cont/201211/20121127ATT56707/20121127ATT56707EN.pdf [7] Makarenko, Tamara and Michael Mesquita. 2014. “Categorising the Crime-Terror Nexus in the European Union.” https://www.europarl.europa.eu/document/activities/cont/201211/20121127ATT56707/20121127ATT56707EN.pdf [8] Makarenko, Tamara and Michael Mesquita. 2014. “Categorising the Crime-Terror Nexus in the European Union.” https://www.europarl.europa.eu/document/activities/cont/201211/20121127ATT56707/20121127ATT56707EN.pdf [9] Makarenko, Tamara and Michael Mesquita. 2014. “Categorising the Crime-Terror Nexus in the European Union.” https://www.europarl.europa.eu/document/activities/cont/201211/20121127ATT56707/20121127ATT56707EN.pdf [10] “What comes next is the evidence that, unlike a few terrorists acting solo like the Unabomber (Waits and Shors 1999), many terrorists really did and still do operate through networks (Rosenthal and Muller 2008)” (Matusitz 2008). [11] Criminalità organizzata e terrorismo: la circolazione dei modelli criminali e degli strumenti di contrasto. Maurizio Romanelli. https://www.sistemapenale.it/it/documenti/criminalita-organizzata-e-terrorismo-circolazione-modelli-criminali-e-strumenti-di-contrasto [12] Ibidem
Bibliografia/Sitografia
1400th meeting, 31 March 2021, Council of Europe Committee on Counter-Terrorism (CDCT) https://search.coe.int/cm/pages/result_details.aspx?objectid=0900001680a19655
Peng Wang. The Crime-Terror Nexus: Transformation, Alliance, Convergence. http://www.ccsenet.org/journal/index.php/ass/article/view/6218
Makarenko, Tamara and Michael Mesquita. 2014. “Categorising the Crime-Terror Nexus in the
European Union.” https://www.europarl.europa.eu/document/activities/cont/201211/20121127ATT56707/20121127ATT56707EN.pdf
Federico Sergiani. Crime-terror Nexus: Fact or Fiction? Exploring New Methodologies of Analysis
Through Literature Review. https://web.uniroma1.it/disse/sites/default/files/WP13_Sergiani_1.pdf
Maurizio Romanelli. Criminalità organizzata e terrorismo: la circolazione dei modelli criminali e degli strumenti di contrasto. https://www.sistemapenale.it/it/documenti/criminalita-organizzata-e-terrorismo-circolazione-modelli-criminali-e-strumenti-di-contrasto
Alessio Briguglio. Terrorismo e Mafia: Fenomenologia e repressione criminale https://www.amistades.info/post/terrorismo-e-mafia-fenomenologia-e-repressione-criminale
Tabelle e grafici da: Makarenko, Tamara and Michael Mesquita. 2014. “Categorising the Crime-Terror Nexus in the European Union.” https://www.europarl.europa.eu/document/activities/cont/201211/20121127ATT56707/20121127ATT56707EN.pdf
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